Nèleo, par nel consiglio a' Sempiterni. 540
Ma domo dalla Parca, ei già di Pluto
Ne' soggiorni discese; in su que' marmi,
Lo scettro in man, sedeva allor Nestòrre,
Rocca dei Greci. Congregati intorno,
Stàvanli i figli di lor stanze usciti: 545
Àreto, Stratìo, Echèfrone, Persèo,
E 'l divin Trasimède a cui per sestoPisìstrato si aggiunse; a gara tutti
Menâro il bel Telèmaco ed accantoDel padre il collocâr, che sì lor disse: 550
? 418 "Figli amati, adempite il desir mioSubitamente, acciò tra i Numi in prima
Propizia renda l'Atenèa Minerva
Che a vil non ebbe di apparirmi innanziNel giocondo a Nettun sacro banchetto. 555
Vada ai campi un di voi, perché qui traggaPrestamente il bifolco la giovenca;
Del garzon prode al legno un altro voliE qui tutti conduca i suoi compagni,
Salvo due soli; un altro alfine ingiunga 560
All'industre Laerce a qui recarsi,
Perché le corna alla giovenca indori.
Voi altri qui restate ed alle ancelleApprestar fate un splendido convito,
E sedili e spaccate arbori intorno 565
E del fonte apportar limpide linfe."
? 430 Tutti all'opra si diêr; venne dal campoLa giovenca, sorgiunsero dal legno
Del garzone magnanimo i compagni;
Venne il fabbro e l'incude e le tenaci 570
Tanaglie ed il martel tra man tenea,
Armi dell'arte con che l'òr domava.
Assistitrice venne al sagrifizioMinerva stessa. Diede 'l Re il metallo;
Domo che l'ebbe ed assestato il fabbro, 575
Della giovenca ne vestì le corna,
Acciò veggia il bel don Palla e gioisca.
Guidavan Stratìo e 'l nobile Echefróne
Per le corna la vittima ed Arèto,
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Sempiterni Parca Pluto Nestòrre Greci Stratìo Echèfrone Persèo Trasimède Telèmaco Numi Atenèa Minerva Nettun Laerce Palla Stratìo Echefróne Arèto
|