Pagina (73/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Donna, come tu avvisi. Ah! sì d'Ulisse
      Tali i piè, le man tali e degli sguardi 200
      L'animoso vibrar, tale il bel capoE la chioma di che sopra si adorna.
      Ed or che rammentai gli aspri travagliCh'ei sostenne per me, dal ciglio amare
      Sgorgàvangli le lagrime e col manto 205
      Porporino che alzò, le luci ascose."
      d 155 E Pisìstrato: "Atride, amor di Giove,
      Duce di genti, è vér, questi è suo figlio,
      Come appunto tu di'; ma verecondo,
      Men che degno in suo cor tenne, comparso 210
      Pur dianzi al tuo cospetto, favellarti,
      Interrompendo Te di cui la voce,
      Come quella di un Dio, dentro ci suona.
      Me qui 'l Gerènio cavalier spedìoPer èssergli compagno: alto l'accese 215
      Di vederti la brama, onde tu l'abbiaA giovare dell'opra o del consiglio.
      Molti, ahi! pate in sue case affanni e doglieUn giovinetto ch'abbia il padre assente,
      Se di molti la possa nol sostegna. 220
      Condotto è a tal Telèmaco; remotoIl genitor, non havvi chi l'aìti
      A respinger da sé tanta sventura!"
      d 168 "Numi! - sclamò l'Atride -, a' tetti mieiDunque se n' venne il figlio di quel grande 225
      Che m'è sì caro e che già tante e tanteRompea guerre per me. Ben avea fermo
      Di accôrlo con amore e di onorarloSovra tutti gli Achei, se 'l mar percorso
      Con le navi veloci, ad amendue 230
      Consentiva il redir l'Onniveggente.
      Per lui fondata una città e un palagioConstrutto in Argo avrei, perché adducesse
      I suoi tesor dalla natìa contradaEd il figlio e le genti; ovver traslati 235
      I cittadini avrei da una vicinaAltra, su cui lo scettro mio si stende.
      Là, spesso insieme accolti e ognor vivendo


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Ulisse E Pisìstrato Giove Dio Gerènio Telèmaco Atride Achei Onniveggente Argo