Vita intera d'amore e di contento,
Nulla ci partirìa, finché la negra 240
Nube mortal ci si avvolgesse intorno.
Ma il Nume a cui tal pace non talenta,
Non cessa perseguir quell'infelice,
Interdicendo a lui solo il ritorno."
d 183 Destò questo sermon nel cor di tutti 245
Di gemiti desìo; piangea la bellaFiglia del Sir d'Olimpo, Èlena Argiva;
Piangea col buon Telèmaco l'Atride,
Ned asciutte di pianto ebbe le cigliaPisìstrato che gìa tra sé membrando 250
L'incolpabile Antìloco cui poseDell'Aurora il figliuol inclito a morte.
Membrando il fratel suo, tai detti sciolse:
d 190 "Te primo in senno tra i mortali esalta,
Atride, il veglio Cavalier Nestòrre, 255
Sempre che noi di Te ne' tetti nostri,
Con alterno parlar facciam ricordo.
Oggi, se lice, mi seconda; pocoTra le vivande lagrimar m'aggrada.
Al sorgere del dì, non mi fia grave 260
Chi a morte corse, piangere. Sol questoOnore avanza a' miseri defunti:
Del tronco nostro crin l'offerta e 'l piantoPer le gote scorrente. Anche a me, spento
Giacque il fratel sott'Ìlio e s'egli fosse 265
Non tra i guerrieri l'ultimo, tu 'l sai.
Ché nol vid'io, ma è comun grido: a tuttiPrevaleva il mio Antìloco! Nel campo
Veloce al corso, ed a piè fermo invitto."
d 203 E l'Atride: "Dicesti, o figliuol mio, 270
Tutto che dir, tutto che far potrìaUom saggio, e che d'età molto t'avanzi.
T'ingenerò padre assennato e scortiSono i tuoi detti; di leggier gli egregi
Discendenti si accertano d'un prode 275
Cui delle nozze e del natale al giornoFortunato il destin Giove attorcea.
Come è quel che al Nelide ora e per sempre
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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