Concesse: d'invecchiar nel suo palagioMollemente e mirar figli prudenti, 280
Non che nel palleggiare aste, tremendi.
Cessiam dunque dal pianto e ridestiamoDel convito la gioia. Orsù, alle mani
Linfe pure si versino. Comparsa,
Telèmaco, nel Ciel la nova luce, 285
Alternamente ragionar potremo."
d 216 Detto, alle man diè l'acqua Asfalióne,
Del Re fido servente; ed alle pronteDapi steser le mani i convitati.
d 219 Ma nella mente d'Èlena un novello 290
Sorse pensier: nel vin gettò un possenteFarmaco che quetar fa il pianto e l'ira,
E de' mali con sé porta l'obblìo.
Chi 'l si tranghiotte nel suo nappo infuso,
Non bagnerà di lagrime le gote 295
Tutto quel giorno, no, se anco del padreE della genitrice orbo rimanga;
Non se il fratello o il suo figlio dilettoDavanti a sé con gli occhi propri veggia
Dal ferro uccisi. Tali e di sì alta 300
Virtute possedea farmachi insigniDel Tonante la figlia; èbbeli in dono
Dall'Egizia Polidamna, consorteDel Re Toóne; ivi di molte piante
L'alma terra produce: altre salùbri, 305
Altre funeste; ivi i mortali tuttiCiascuno avanza nelle mediche arti,
Perocché è gente da Peón discesa.
Gettato ch'ebbe il farmaco nell'urna,
Che il vin si mesca impose, indi soggiunse: 310
d 235 "Atride illustre e voi, stirpe di prodi
(Giove manda ad ognuno alternamenteIl bene e 'l mal; ch'ei può tutto che vuole),
Or vivandate e qui prendete assisiDal dolce alterno ragionar conforto, 315
Che intempestivo il mio parlar non fia.
Certo, né raccontar, né qui potreiRicordar pure tutte l'ardue pugne
Dell'intrepido Ulisse; or toccar solo
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Ciel Asfalióne Tonante Egizia Polidamna Re Toóne Peón Giove Ulisse
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