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      Con quest'agguato? Or via, di che hai mestieri?"
      d 465 "Tu 'l sai, vecchio - risposi -. A che il mi chiediInsidiando? Sai che da gran tempo 601
      L'isola tiemmi, che trovar mi è toltoAlle sventure mie termine alcuno,
      E che lo spirto in sen mi si consuma.
      Deh! dimmi adunque (tutto a' Numi è aperto) 605
      Qual Dio rattiemmi e la via mi precideE mi toglie il ritorno? E di qual guisa
      Il pescoso varcar pelago io possa?"
      d 472 "All'Olìmpio - rispose - e agli altri Eterni,
      T'era mestier, pria di salir le navi, 610
      Ricchi offrir sagrifizi, onde a gran frettaRedir sovra il mar bruno al patrio lido.
      No, non t'assente rivedere il fatoGli amici, la tua reggia e 'l natìo loco,
      Se pria del fiume Egitto che da Giove 615
      Origina, non torni alla corrente,
      Ad immolar sacre ecatombe ai Numi
      Abitatori dell'empiree sedi;
      E' t'apriran la via che tanto brami."
      d 481 Udito il veglio, mi s'infranse il core, 620
      Perocché m'ingiungea solcar di nuovoIl tenebroso mar sino in Egitto,
      Via lunga e perigliosa. NondimenoIl veglio interrogai: "Tutto che imponi,
      O veglio, adempierò. Tu schietto or dimmi, 625
      Se con le navi ritornâro illesiI Dànai tutti che lasciammo, quando
      Nèstore ed io di Troia ci partimmo;
      O se qualcun perì nella sua naveDi morte inopinata o tra le braccia 630
      De' cari suoi, fin posto all'ardua guerra?"
      d 492 "Perché di questi eventi or tu mi chiedi,
      Figlio d'Atrèo? Non fa per te il saperli,
      Né penetrar la mente mia; ché a lungoNon terrai, mi cred'io, le luci asciutte, 635
      Tosto che il tutto a pien ti fia palese.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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