Se 'l figlio esimio sfuggirà la morte,
O se cadrà da' Proci empi trafitto. 1035
Quante cose diverse in sé rivolveIncappato Lion tra folta schiera
Di cacciator che con le tese retiIl circuendo, l'empion di paura;
Da tante acerbe cure combattuta, 1040
Pur dolce scese a confortarla il sonno.
Stesa in sul letto, le giunture tutteLe si sciolsero e tosto addormentosse.
d 795 Nella mente di Palla un pensier novo,
In questa balenò. Compose un'ombra 1045
Ad Iftìma simìl, prole d'Icàrio,
D'Eumelo sposa, ch'ebbe stanza in Fere.
D'Ulisse alla magion Palla l'invia,
Perché cessi od almen rattempri i lai,
I gemiti e i sospir della Regina. 1050
Per lo pertugio del serrame entrata,
Le si librò sul capo e sì le disse:
d 804 "Dormi e 'l tenero cor nel sen ti struggiPenèlope? Né gemiti, né pianto
Ti consenton gli Dèi, reduce in breve 1055
Il tuo figlio accôrrai; ché d'alcun falloNol tengon, no, contaminato i Numi."
d 808 E la Regina che soave dorme,
Del palagio de' sogni in sulle porte:
d 810 "A che, mia suora, qui venisti? Prima 1060
Non l'usavi, ché assai da lunge alberghi.
Or vuoi che il martìr cessi e le infiniteDoglie che il cor mi fiedono e la mente,
Quand'io perdetti l'ottimo mio sposo,
Cuor di Lion, che fra le Dànae genti 1065
Del fior se n' gìa d'ogni virtude adorno,
Quel prode il cui gran nome alto echeggiavaPer la Tessalica Èllade ed in Argo?
Ed ecco il figliuol mio s'imbarca e parte,
Garzon di marzial fatica ignaro, 1070
Né in adunanza popolar diserto.
Più lui che l'altro piango; impauritaChe alcun mal non l'incolga appo le genti
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Proci Lion Palla Iftìma Icàrio Eumelo Fere Ulisse Palla Regina Numi Regina Lion Dànae Tessalica Argo
|