Di statura alle Dive era sembiante,
Nausìcaa, figlia del Re illustre; quiviStavan di qua, di là presso alla porta, 25
Le cui splendide imposte eran rinchiuse,
Due fresche ancelle che le Grazie stesseDi celeste beltà resero adorne.
Come d'auretta un alito, penètraNella stanza la Diva ed alle piume 30
Della fanciulla avvicinata, assunseIl vólto della figlia di Dimànte,
Nocchier insigne, a lei cara oltremodo,
Uguale a lei d'etade e sì le dice:
? 25 "Nausìcaa, perché Te sì trascurata 35
La madre partorì? Le vesti esimieTi giacciono neglette ed il momento
Già già si appressa di tue nozze, in cuiSfoggiar dèi le più belle e offrirne a quanti
Ti seguiranno del tuo sposo ai tetti. 40
Mercé tai cure, insigne appo i mortaliFama si acquista; e allégrasi col padre
La veneranda genitrice. Or dunqueMoviam sull'alba ad imbianchire i panni;
Teco all'opra sarò, per trarla a fine 45
Subitamente; ché restar gran pezzaVergine tu non dèi; già tutti a gara
Del popolo Feace i più onorati,
Tra cui 'l natal tu stessa anco sortisti,
T'ambiscono. Via, dunque, in sull'aurora 50
L'inclito genitor trova, e 'l richiediEd impetra da lui le mule e 'l carro
Che i tuoi cinti eleganti ed i tuoi veliEd i superbi tuoi manti trasporti.
Anzi che a piè, d'ir così a te si addice, 55
Ché da città i lavacri assai distanno."
? 41 Come si tacque, rivolò all'Olimpo,
Sede, va grido, degli Dèi tranquilla;
Ché, né da vènti s'agita, né aspersaDa pioggia è mai, né mai turbo l'assale 60
Di gelato vapor; su vi si spandeSerenità cui nulla nube vela
Ed in che lume candido discorre;
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Dive Diva Dimànte Feace Olimpo
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