Di lor famiglie tengono il governo.
Così di tutto cor tenuta è in pregioDa' cari figli, dal Re Alcìnoo stesso,
Dal popol tutto, che qual Dea l'adoraE con plausi l'accoglie e fausti accenti 90
Quando della città calca le vie.
Né mai di senno e di bontà fu scarsa;
Ben co' propri pensier sagaci e giustiSpesso le varie ancor liti compone.
Se nell'imo del cor l'alma regina 95
Tocca fia di pietà, porta speranzaDi riveder gli amici ed all'eccelse
Redir tue case ed a' paterni tetti."
? 78 Com'ebbe detto ciò, sul mar la Diva
Lanciàtasi, lasciò le verdi piaggie 100
Dell'amabile Scherìa; e sorvolandoMaratona e le strade ampie d'Atene,
Nel forte albergo d'Erettèo si addusse.
Ma del Re s'avviò vèr la superbaMagion l'eroe; nel cor molte affannose 105
Cure agitando, soffermossi, primaD'oltrepassare della soglia il bronzo.
Perocché come il Sol raggia o la Luna,
Così del Re splendea l'alto palagio.
Dal fondo a cima di massiccio rame, 110
Di qua, di là si ergeano le pareti,
Cui d'intorno correa ceruleo fregio;
Porte d'oro chiudean la magion forte.
Surgean dal bronzo della soglia in altoGli stipiti d'argento, a far sostegno 115
All'argenteo architrave e tutto d'oroSplendea l'anello. Dall'un canto e l'altro
Stavan d'argento e d'òr cani formatiDa Vulcan con divina arte, immortali
E da vecchiezza immuni, onde 'l palagio 120
Guardassero del Re. Dal limitareSino all'estremità dell'ampia sala,
Surgean lunghesso il muro, affissi troni,
Di ben intesti pepli ricoverti,
Delle donne di Scherìa opra leggiadra. 125
Qui de' Feaci i prìncipi seggendo,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Re Alcìnoo Dea Com Diva Scherìa Atene Erettèo Sol Luna Vulcan Scherìa Feaci
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