Ma nell'estremità del bel giardinoVestite miri ognor ben culte aiuole 170
D'erba verde e di fior di color mille;
Sgorgan due fonti lì: l'uno per tuttoIl bel giardin dispèrgesi, ma l'altro
Sotto la soglia del cortil discorreAnzi all'alto palagio; i cittadini 175
Attignevano in questa. Or tali fûroGli splendidi presenti che benigni
Versâr nella magion d'Alcìnoo i Numi.
? 133 Stette a tal vista tacito ed immoto,
Preso da meraviglia, il divo Ulisse. 180
Poi che tutto ammirò, varcò repenteLa soglia e nel palagio alto si mise.
Trovò a libar co' nappi ivi a Mercurio,
Di Scherìa i duci e' condottieri, a cuiGli ultimi offrìano sagrifizi, quando 185
La rimembranza li pungea del sonno.
La sala Ulisse trapassò, involutoDalla nebbia che folta gli diffuse
Pàllade intorno, finché presso giunseAd Arète ed al Re. Tese le palme, 190
Le ginocchia abbracciò della Regina
Ed ecco dietro a lui la sacra nebbia,
Rovesciata, dilèguasi. Restâro,
All'apparir che ei fe', tutti in silenzio,
Attoniti 'l guardando; ed egli in atto 195
Supplice sciolse questi accenti: "Arète,
Del divo Resènore inclita prole,
A' tuoi piedi me n' vengo ed al tuo sposo,
Dopo molti patiti aspri travagli,
Vengo a cotesti convitati, a cui 200
Concedano gli Dèi vita beata,
E che ognun trasferisca a' propri figliLe molte in sua magion chiuse ricchezze,
E 'l guiderdon che 'l popolo impartìgli!
Deh! piàcciavi affrettar la mia partenza 205
Perché ratto al natìo loco ritorni,
Ché da gran tempo, d'aspri affanni in preda,
Vivo da tutti i miei cari lontano."
? 153 Disse ed al focolar ito, si assise
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Alcìnoo Numi Ulisse Mercurio Scherìa Ulisse Arète Regina Resènore Disse
|