Pagina (129/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Co' nappi in volta propinando gìa.
      Com'ebbero libato e che a sua vogliaBevve ciascuno, il Re a parlar si prese:
      ? 186 "Prìncipi e capi de' Feaci, uditeTutto che l'alma in sen dirvi mi spira. 255
      Or che il pasto è fornito, alle sue caseTorni ognuno e riposi; al novo Sole,
      Schiera più larga di vegliardi accoltaEntro il palagio, all'ospite iteriamo
      Liete, oneste accoglienze e d'ostie elette 260
      Facciam solenne sagrifizio ai Numi;
      Cura indi prenderem del suo ritorno,
      Sicché senza fatica e senza affanno,
      La mercé nostra, alla natìa contradaLieto e presto si adduca, ancor che giaccia 265
      Quinci remota. In questo mezzo, nulloDanno o rischio li noccia, infin che ei prema
      Del piè le patrie sponde; indi quel fatoSosterrà che gli attorsero le gravi
      Parche quando la madre il partorìa. 270
      Ma s'egli è Nume che dal Ciel discese,
      Di nuovo degli Eterni alto consiglioPresagio è 'l venir suo. Che insino ad ora
      Ci si mostrâr palesi nelle sacreImmolate ecatombe ed appo noi 275
      Sedéansi a desco e stàvanci d'accanto.
      Se lor solingo alcun Feace occorre,
      Non si ascondono a lui, ché agl'immortaliSimiglianti siam noi, come i Ciclopi
      Alla selvaggia stirpe de' giganti." 280
      ? 207 "D'altro, Alcìnoo, ti caglia - a lui risposeL'accorto eroe -; non io punto somiglio
      Né di statura, no, né di fattezzeAi Numi abitator del Cielo immenso,
      Ma ai debili mortali. Anzi, a coloro 285
      Che gemer sai più di miseria in fondo,
      Posso per doglie acerbe equipararmi.
      Certo udresti da me mali più gravi,
      Dove io ti raccontassi ad uno ad unoGli infortunii, di che mi féo dolente 290


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Feaci Sole Numi Nume Ciel Eterni Feace Ciclopi Alcìnoo Numi Cielo