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      IncontinenteLa tempesta il disperse; io pur a nuoto
      Questo mar misurava, finché 'l ventoSospìnsemi ed il mare ai vostri lidi.
      Là, sendo presso ad afferrar la sponda, 375
      Franto a un gran sasso in disamabil sitoM'avrìa un maroso, se non che rivolto
      Addietro rinuotai, finché ad un fiumeGiunsi; opportuno assai pàrvemi il loco,
      Sgombro di rocce e pur dal vento indenne. 380
      Con me stesso m'affronto e già la piaggiaPremea, ma caddi esanime. Sorgiunta
      La queta notte, sorsi e del bel fiumeSceso da Giove dipartito, giacqui
      Sotto due folti arbusti e mi coversi 385
      D'un vasto acervo di cadute fronde;
      Profondo sonno in sen m'infuse un Dio.
      Là, tra le frondi ascoso, ancorché afflitto,
      Tutta notte dormìa, dormiva all'alba,
      Né mi riscossi ancor sino al meriggio. 390
      Ma al declinar del Sole, il dolce sonnoMi abbandonò. Quand'ecco in sulla riva
      Di tua figlia giocar vid'io le ancelleE lei tra quelle, Deità mi parve.
      Mercé le chiesi; ned in lei fallìo 395
      Pensier sagace a gran bontà congiunto,
      Tal che indarno trovarlo altri si speraIn sì florida età; ché ognor folleggia
      De' giovani 'l pensier. Diemmi ella in copiaCandido pan, vin generoso; e un bagno 400
      Nel chiaro fiume a prender confortommi,
      E queste vesti mi largì. QuantunqueDolente, il vér sincero ti narrai."
      ? 298 "Ospite - il Re soggiunse -, errava in questoLa figlia mia, però ch'Ella medesma 405
      Con le sue ancelle qui dovea condurti,
      Ché prima accolse i tuoi supplici vóti."
      ? 302 "Eroe, per tal cagion - soggiunse Ulisse -,
      Non rampognarmi l'ottima fanciulla;


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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