Mi superi nel corso; ché le molteOnde fecer di me crudel governo,
E 'l cibo mi fallì, quando che il turbo 300
La nave mi sommerse, e quindi or sentoAffaticate sciôrmisi le membra."
? 234 Stavan tutti in silenzio; Alcìnoo soloRispose: "O forestier, quel di che parli
Incréscerci non può: fésti palese 305
La destrezza e la forza che non maiSi scompagnan da Te. Giusta ira t'arse
Contro costui che si levò nel circoAd oltraggiarti; ma nessun mortale
Disconosce il valor che in te s'annida; 310
Nullo che sa ridir ciò che la voceDella giustizia gli ragiona al core.
Or pon mente e m'ascolta, acciocché quandoA desco sederai nel tuo palagio
Con la sposa e co' figli e della nostra 315
Virtù ti sovverrai, narri a qualcunoDe' prodi che ti accerchiano, quai fûro
Gli studi che n'impose il Fulminante,
Sin dalla prima origine degli avi.
Non del cesto aspiriamo e della lotta 320
Agli onor primi, ma veloci al corsoSiamo e nel destro navigar maestri.
Sempre i conviti a noi cari e la cetra,
La danza ed il mutar di vesti adorneEd i lavacri tiepidi e gli amori. 325
Su su, Feaci, danzatori egregi,
Movete l'agil piè, sì che a' suoi cariReduce lo stranier, narri in sue case,
Quanto al nautico studio ed alla corsa,
Al ballo e nella egregia arte de' carmi 330
Tutti di lunga man gli altri avanziamo.
Rechi al vate qualcun l'arguta cetra,
Che in qualche parte del palagio or pende."
? 256 Detto, sorse l'araldo e vèr la reggiaLa soave a portar cetra avviosse. 335
Nove allora s'alzar capi prepostiDel popol a dispor l'ordin de' giuochi.
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Stavan Alcìnoo Fulminante Feaci
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