? 433 Detto, un largo treppiè porre in sul fuoco 575
Arète tosto alle fantesche ingiunse.
Quelle, posto il treppiede in su le brage,
V'infuser l'acqua e le raccolte scheggeVi acceser sotto: circondâr le vampe
Del cavo rame i fianchi incontinente, 580
E l'onda ribollì. Recava intantoSplendida un'arca dall'interne stanze
Arète, in che depose i ricchi doni:
Le vesti e l'or che al forestier largîroI Feacesi, indi ella stessa un vago 585
Ammanto ed una tunica vi aggiunse,
Volgèndosi all'eroe con questi accenti:
? 443 "Or pon mente al coverchio e d'un tuo nodoDi subito il distringi, acciò per via
Non t'incolga nel pin danno, nel tempo 590
Che gli occhi a ti gravar, scenderà il sonno."
? 446 Come ciò udì, ratto adattò 'l coverchioIl divo Ulisse e 'l vario ed intricato
Nodo formò, di cui gli pose in menteIl magistero la scaltrita Circe. 595
E qui nel bagno a entrar la dispensieraIl confortava. Giubilando ei scorse
I tiepidi lavacri il cui ristoroGli fallìo sin dal dì che dalle grotte
Si partì di Calipso auri-chiomata, 600
Dove d'agi andò lieto al par d'un Nume.
Lavato ed unto di soavi essenzeCome l'ebber le ancelle, il rivestîro
Di tunica leggiadra e di bel manto,
Ed ei del bagno uscito, a trovar mosse 605
I convitati a lieta mensa accolti.
Nausìcaa, adorna di beltà celeste,
Dell'aula eccelsa ferma in sull'entrata,
Gli occhi intende all'eroe, l'ammira e: "Salve,
Ospite mio - dicea -; giunto a' tuoi lari, 610
Non obbliarmi; da me prima avestiCiò che in sen ti serbò vivi gli spirti."
? 463 E l'Ìtaco sagace: "Inclita prole
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Feacesi Ulisse Circe Calipso Nume
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