L'odorata magion risuona intornoDi dolci melodie; scesa la notte,
Appo le caste mogli, in su' tappeti, 15
Sui ricchi letti lor, dormìan gli sposi.
Nella costor cittade entrati appena,
A' tetti lor superbi divenimmo.
Intero un mese d'accoglienze liete,
Cortese Èolo mi fu: piacéasi d'Ìlio, 20
Del navil degli Achivi e del ritornoA parte a parte interrogarmi; ed io
Con somma cura gli narrava il tutto.
Ma come il chiesi del viaggio e ressaGli féa di rimandarmi, non restìo 25
Mi si mostrando, m'apprestò il ritorno.
Di saldo cuoio presentommi un otreDi bue novenne, in che gl'impetuosi
Vènti rinchiuse; perocché l'Olìmpio
De' vènti a dispensier sommo il prepose, 30
Sì che a sua voglia ei li rattiene o spinge.
Con fil d'argento lucido, nel fondoDel naviglio l'eroe distrinse l'otre,
Acciò ned esil pur n'esca uno spiro.
Libero mi lasciò Zèffiro, a cui 35
Scorger le navi e noi medesmi indisse;
Ma indarno il commettea, ché de' compagniNe sospinse a perir dira follia.
? 28 Nove dì senza sosta e nove nottiNavigavam, nel decimo m'apparve 40
La patria terra; e vedevam già quelliChe a' fuochi accesi aggiràvansi intorno.
Me stanco in questa, il dolce sonno oppresse;
Ché della nave ognor ressi il governo,
Né d'altri volli in man lasciarlo mai, 45
Onde ratto afferrar le patrie sponde.
I compagni tra lor diceano intanto,
Ch'io recava a' miei tetti argento ed oro,
Del magnanimo Ippòtade presenti.
Gli occhi affisando agli occhi del compagno, 50
Ciascuno allora a favellar si prese:
? 38 "Numi! Quanto costui caro e in gran pregio
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Achivi Olìmpio Zèffiro Nove Ippòtade
|