Tiènsi da ognun cui visita il paese!
Molti egli d'Ìlio depredato apportaSplendidi arredi; or noi che la via stessa 55
Misurammo, torniamo a' tetti nostriCon le man vòte. Ed ecco affettuoso
Èolo gli porge questi doni; or via,
Veggiamo alfin quant'oro e quant'argentoQuest'otre nel capace alvo rinserra." 60
? 46 Così dal mal voler vinti i compagni,
Sciolser l'otre; scoppiâro ad una i vènti.
Rapì i compagni dolorosi in piantoLa sùbita procella, e trabalzolli
Lungi dalla natìa terra nell'alto. 65
Mi desto in questa, e nella mia fier'almaVolgea se giù nel pelago dal legno
Precipitarmi e morire nell'onde,
O soffrir muto e rimaner tra' vivi.
Soffersi ed aspettai; ne' panni involto 70
Mi corcai nella nave. Il turbin fieroRespinse intanto nell'Eòlia i legni,
Che di sospir empievano i compagni.
? 56 A terra scesi, acqua attignemmo; a descoSedemmo appo 'l navil. D'esca e di beva 75
Come avemmo il desìo nel sen ripresso,
Da un araldo seguito e da un compagno,
All'inclita magion d'Èolo m'addussi.
A convito sedea, stàvangli accantoLa consorte ed i figli. In sulla soglia 80
Della porta sedemmo. Alto stuporeI suoi figli colpì, che interrogârci:
Onde Ulisse vien tu? Qual mai t'incalzaDemone avverso? Noi con vigil cura
Tutto al tuo dipartir disposto avemmo, 85
Perché alla patria, alle tue case e ovunqueIn grado t'era più, giunger potessi."
? 68 "Dissennati compagni, infausto un sonnoM'hanno condotto a tal - mesto risposi -.
Piàcciavi confortarmi; in balìa vostra 90
Tutta, amici, omai sta la mia salute."
? 70 Spetrare a loro il cor tentai con queste
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Eòlia Ulisse Spetrare
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