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      Mansuete parole; e' stetter muti.
      Ma il corrucciato genitor rispose:
      ? 72 "Fuggi via da quest'isola repente, 95
      Pessimo de' mortali. Ah! no, né accôrre,
      Ned uom tal, che in orror è a' Sempiterni,
      Rimandar mi convien. Via ti dilegua,
      Poiché l'ira del Ciel qua ti sospinse."
      ? 76 Così dicendo, me gravi-gemente 100
      Dal regal suo palagio Èolo sbandìa.
      Dipartiti di là, navigammo oltreDisconsolati. Già 'l vigor de' miei
      Pel doloroso remigar si affranse.
      Colpa del nostro delirar, già spenta 105
      Nel cor sentimmo del redir la speme.
      ? 80 Sei navigammo interi dì; giugnemmoNel settimo, di Lamo alla superba
      Lestrigonia città dall'ampie porte,
      Quivi 'l pastore che da' paschi riede 110
      Chiama l'altro che l'ode e già fuor esce;
      Quivi uom che può vegghiar, doppia mercedeTocca: or guardando le mugghianti torme
      Or le candide agnelle; ché son pressoDella notte e del dì quivi le vie. 115
      Ci accostammo ad un porto inclito, intornoEccelsa roccia d'ambo i lati avanza.
      Gli alpestri scogli con opposte frontiProtendèndosi in mar, non poco angusto
      Ne rendono l'ingresso, ivi arrancando, 120
      I compagni v'entrâr con l'ampie navi.
      Attigue le legarono entro il vastoGiro del porto; ché in suo letto, sempre
      Senza la minim'onda ivi 'l mar giace;
      E candido seren sempre vi regna. 125
      Sol io ritenni fuor la nave bruna,
      E nel confin del porto, ad una rocciaCon le funi l'avvinsi; indi ad un aspro
      Scoglio asceso, esplorai la terra intorno.
      Non lì di bue lavor, né d'uom m'apparve, 130
      Ma sol dal grembo della terra ad altoVòlversi vidi turbini di fumo.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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