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      Polìte in questa, lor dicea, Polìte
      Duce de' prodi, a me più ch'altri caro, 295
      E che de' miei pensier sedéasi in cima:
      ? 226 "Colei che dentro una gran tela ordisce,
      Donna o diva la sia, sì dolce canta,
      Che il tetto s'empie d'armonia celeste.
      Su su, amici, vèr lei moviam la voce." 300
      ? 229 Detto, chiamârla ad alta voce, ed Ella,
      Schiuse le porte luminose, accorseE dell'entrar fe' loro invito: tutti,
      Ahi! stolti, ad una la seguîr. Fuor solo,
      D'inganno in dubbio, Eurìloco rimase. 305
      Introdotti che gli ebbe, in su bei seggiCirce a seder li pose; e lor versava
      Nel Pràmnio vin, trito rappreso latte,
      Cereal polve e fresco mèl, poi miseMalìe nel pan funeste, acciò all'intutto 310
      Pongano la natìa terra in obblìo.
      Come diè lor la beva e tracannârla,
      D'una verga percossi, li rinchiuseNe' porcili. De' verri avean le teste,
      Il grugnito, le setole ed il corpo, 315
      Ma serbavan qual pria la mente intègra.
      Così gementi rinchiudéansi. CirceDinanzi lor gittò del cornio i frutti,
      Della rover, dell'elce, usato ciboDe' verri avvoltolàntisi nel fango. 320
      ? 244 L'amaro ad annunziar fato de' nostri,
      Ratto alla nave Eurìloco accorrea.
      Ma benché 'l brami, di formar parolaDato non gli è, cotanto il cor gli fiede
      Disperato dolor. Pregni di pianto 325
      Ringorgàvangli i lumi, e la tristezzaL'anima gli opprimea. Ma come tutti
      Non senza ira e dolor l'interrogammo,
      Così de' nostri raccontò l'eccidio:
      ? 251 "Percorremmo i querceti, inclito Ulisse, 330
      Come indicesti; ritrovammo a valle,
      A sommo d'un bel colle, edificataCon tersi marmi una magion superba.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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