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      Svegliéansi 'l crin, ma non per questo ai mestiProfitto alcun dai gemiti venìa.
      ? 569 Mentre alla nave tendevano e al lito,
      Tristi e piangenti, già legato aveaCirce la bruna pecora e 'l montone 735
      Al negro legno. Tacita Ella venneDi conserto con noi, ma ci precorse
      Invisibile. Or qual occhio mortaleScorgere puote, o venga o vada, un Nume
      Quando celato movere gli aggrada? 740
     
     
     
     
     
     
      LIBRO UNDECIMO
     
     
     
      Evocazione dell'Ombre
     
     
     
      GIUNTI al lido, varammo in mezzo all'ondePrima la nave e l'albero v'ergemmo;
      Indi, sparse le vele ed imbarcateL'ostie, noi pur v'entrammo, sospirosi
      E versando gran pianto. Incontinente 5
      Circe dall'aureo crin, dal dolce canto,
      Un vento ci mandò, compagno fido,
      Che le vele gonfiò, spirando in poppaAl pin veloce dall'azzurra proda.
      Posti gli arnesi in ordine, sedemmo, 10
      Ché il vento ed il nocchier reggeano il corso.
      Tutto quel giorno, con gonfiate vele,
      Il mar varcammo, finché 'l Sol caduto,
      Tutte si ricoprîr d'ombra le vie.
      ? 13 Del profondo Ocèan giunse ai confini 15
      La nave allor, dove i Cimmèri albergano,
      Di nebbia e di caligine involuti;
      Non de' suoi raggi li rischiara maiSplendentissimo il Sol, né quando poggia
      Alla stellante in cima eterea volta, 20
      Né quando vien dal Cielo in vèr la Terra
      Precìpite; funesta eterna notteSu quella gente misera si stende.
      Approdati, varammo in secco il legno,
      Le vittime sbarcammo e percorremmo 25
      Le piaggie Oceanine, finché al locoChe Circe appunto n'insegnò, venimmo.
      ? 23 Diêr di piglio alle sacre ostie votivePerimede ed Eurìloco; dal fianco
      Trass'io la spada, e un cubito profonda 30


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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