Da tutti i lati vi scavai la fossa;
Cui d'intorno ad onor de' trapassatiPrimamente col mèl versava il latte.
Indi 'l vin puro e la chiara onda; e 'l tuttoDi bianca cereal polve aspergea. 35
Molto a' levi indi orai capi dell'ombre,
Impromettendo, che nel tetto mioSterile a loro ferirei giovenca,
Fior dell'armento, cumulando il rogoD'offerte preziose, e che in disparte, 40
Al Teban vate solo, immolereiDi nerissimo vello un ariete,
Il più bel che nel mio gregge si pasca.
Drizzati ch'ebbi i vóti e le preghiereAlla schiera dell'ombre, afferrai l'ostie, 45
Le sgozzai nella fossa, ove fumanteL'atro sangue sgorgò. Subitamente
L'alme de' Mani dal più cupo fondoAccorsero dell'Èrebo; d'intorno,
Spose mi si affollâro e giovinetti, 50
Per cui non arse d'Imenèo la face,
Debili vecchi, verginelle tenere,
Ploranti de' lor verdi anni il bel fioreDi recente caduto. Apparîr molti
Guerrier, d'asta trafitti e carchi d'arme 55
Insanguinate; già di qua, di là
Accorrono, si accalcano d'intornoAlla fossa con alto ululo l'ombre,
Sì che pallida tema il cor m'invade.
Ratto a' compagni indissi, che le stese 60
Vittime dal crudel ferro nudateFosser da' velli ed arse, alzando i vóti
Al fier Pluto, a Prosèrpina tremenda.
Tratto l'acuto brando, ivi m'assisi,
Né patìa che le vane ombre de' morti 65
Si accostassero al sangue, anzi che fossePer me il vate Tirèsia interrogato.
? 51 Ed ecco, prima mi si offerse l'ombraD'Elpènore, non anco in grembo all'ampia
Terra riposto. Là di Circe al tetto 70
Abbandonammo la mortal sua spogliaIllacrimata ed insepulta; astretti
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Teban Mani Imenèo Pluto Prosèrpina Tirèsia Elpènore Circe
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