Ed in nave straniera alle tue case,
Nuove colà trovando aspre sventure:
Turba orgogliosa che divora e strugge 155
Il tuo retaggio, e della tua divinaMoglie alla destra, co' presenti aspira.
Ma tu di tanto oltraggio al tuo ritornoTrarrai vendetta. Poi che in tua magione,
Insidiando oppure a faccia aperta, 160
Morti col fier tuo brando i Proci avrai,
Prendi un tornito remo ed altre terrePercorri, finché giunga ad una gente
Che né conosca il mar, né le vivandeDi sal condisca, né contezza alcuna 165
Abbia di nave di vermiglie goteOvver di lati remi, ale di nave.
Ecco un segno or ti porgo e la contradaAscosa non ti fia: quando al tuo incontro
Un altro pellegrin venga e ti chiegga, 170
Perché un vaglio sul forte omero porti,
Tu conficca nel suol tosto il tuo remoEd ostie elette al Re Nettun ferisci:
Un toro ed un ariete ed un verro.
Indi fatto al natìo loco ritorno, 175
Agli altri Eterni abitator d'Olimpo,
Giusta la lor possanza, a mano a manoOffri sacre ecatombe. A te dall'onde
Leve morte verrà, tal che da molleVecchiezza alfin consunto, i rai del Sole 180
Ti rapirà, le genti a Te d'intornoVivran felici; èccoti 'l vér palese."
? 138 Ed io: "Tirèsia, da' medesmi Eterni
Certo questo è il destin che mi si attorse.
Or via, sincero il vér mi esponi: io veggio 185
L'ombra materna che appo il sangue siedeIn silenzio, e quantunque alla presenza
Del figliuol suo, d'un motto o d'un sol guardoNon il fa degno. O Re! dimmi in qual modo
Potrìa raffigurarmi? " Ed ei soggiunse: 190
? 146 "Pronta è la mia risposta e nella mente
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Proci Re Nettun Eterni Olimpo Sole Eterni
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