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      La ti porrò: qualunque spirto a cuiPermetterai di appropinquarsi al sangue,
      Il vér ti chiarirà; taciti all'Orco
      Gli altri al tuo divietar, si arretreranno." 195
      ? 150 Poiché cotesti oracoli proferse,
      L'ombra del Re Tirèsia alla magioneDi Pluto rivolò. Ma lì stett'io
      Fermo, finché sorgiunta, il negro sangueBevve la genitrice. Incontinente 200
      Mi riconobbe e pianse, e queste alateParole mi drizzava: "Oh! figliuol mio!
      Perché ancor vivo, sotto quest'oscuraCaligine scendesti? È forte assai
      A chi spira, mirar queste contrade. 205
      Grandi fiumi, correnti impetuoseUopo è varcar, ma prima l'Oceàno
      Ch'uom traversar non può, se nol trasportaBen salda nave. O qua da Troia or giungi,
      Poi che gran pezzo col tuo legno errasti 210
      E co' tuoi prodi? Non anco se' itoIn Ìtaca? Né ancor nel tuo palagio
      La consorte fedel tu rivedesti?"
      ? 163 "Necessità - risposi - o madre mia!
      Tràssemi a Dite, a interrogar lo spirto 215
      Del Tebano Tirèsia. Ancor non giunsiL'Acaia ad appressar, né per me tocche
      Fûr nostre piaggie mai: vo errando sempre,
      Combattuto da rischi e da sventure,
      Dal dì che il divo Agamennón seguìa 220
      A Troia, di cavalli agili altrice,
      Per combatter co' Tèucri. Or deh! ti piacciaNarrarmi 'l vér: qual rio destin ti oppresse
      Col sonno eterno della morte? LungaInfermitate? O de' suoi miti strali 225
      Ti assaltò d'improvviso e ti trafisseLa faretrata Artèmide? Del padre
      Pàrlami, ch'io lasciava, e del mio figlio:
      Regnan miei stati o qualche eroe, pensandoCh'io non ritorni più, già già gli usurpa? 230
      Dimmi, qual è la mente ed il consiglio


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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