A me che tanto ti desìo, t'involi?
Deh! ti ferma, onde a Dite anco ne vengaDolcezza al cor dal comun pianto, avvinti
Tra care braccia! Oh! questa larva forseProsèrpina mandommi, acciò che 'l fiero 275
Disperato mio duol vie più si accresca?"
? 215 E quella veneranda: "Ah! figliuol mio!
Miserrimo vie più d'ogni mortale!
Non ti deluse, no, con vana imagoProsèrpina, di Giove inclita figlia. 280
Posta agli umani è questa legge, quandoEscon di vita; qua, non carni ed ossa
Congiùngonsi da' nervi, il tutto struggeValida forza di avvampante fiamma,
Tosto che l'ossa candide abbandona, 285
E via qual sogno vólasi lo spirto.
Ma or va', riedi alla luce e quanto udisti,
Fermato in mente, alla tua donna il conta."
? 225 Così tra noi, quando femminea schiera,
Consorti e figlie di famosi eroi, 290
Accorse (da Prosèrpina sospinta),
A congregarsi al negro sangue intorno.
Volsi e rivolsi in cor, com'io potevaInterrogarle ad una ad una. Alfine
Il partito miglior pàrvemi questo: 295
Tratta la spada, non patìa che a un tempoBeessero del sangue. Alternamente
Accostârsi e ciascuna al mio dimandoMi raccontava onde l'origin ebbe.
? 235 Prima si offerse a me la nobil Tiro 300
Che sé dell'incolpato Salmonèo
Figlia diceva, e di Cretèo consorteChe d'Èolo nacque. Innamorò costei
Del divino Enipèo, di tutti i fiumiChe le campagne irrigano il più bello. 305
Nelle correnti limpide del fiumeSpesso a bagnarsi entrava. Enosigèo,
Del vorticoso Iddio la forma assunta,
Corcossi alla sua foce; il flutto azzurroL'attorneggiò qual monte e in guisa d'arco 310
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Giove Prosèrpina Tiro Salmonèo Cretèo Enipèo Iddio
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