E 'l proprio figlio disposň; quel figlioChe il padre uccise. Incontanente i Numi
A' mortali svelâr l'orrido incesto.
Molti ei nella cittade empia di Tebe 355
Guai sostenendo, sui Cadmči regnavaPel funesto voler degl'immortali;
Ma Epicŕsta laggiů scese nell'Orco
Dalle valide porte: ad alta trave,
Da disperato duol vinta, sospese 360
Il fier nodo e perě, lasciando a Edipo
Tutti i tormenti di che 'l fecer segnoLe ultrici della madre orride Erinni.
? 281 Clori indi venne, oltre le belle bella,
Della cui venustŕ preso, Nelčo 365
La ricolmň di nuziali doniE disposolla. Nacque ultima figlia
All'Iŕside Anfión che in Orcomčno,
Cittŕ de' Mini, ebbe un dě 'l forte impero.
Clori col Re Nčleo regnando in Pilo, 370
Di tre figli magnanimi 'l fe' lieto:
Di Nčstore, di Crňmio e del possentePericlěmene. Indi l'esimia Pero,
Maraviglia del mondo, partorěa:
Tutti gli eroi vicini ad impalmarla 375
Aspiravan; ma 'l padre non sostenneConcederla che a chi rapěa dai campi
Di Fělace le indomite giovencheDall'ampia fronte, che il tremendo Ificle
Riteneva a gran torto. Un incolpato 380
Indovin solo menar via promiseLe torme; se non che d'un Nume 'l fato
Grave si attraversň, tal ch'ei da agrestiPastor fu posto in ceppi. Ma trascorsi
I mesi, i giorni e in sé rivolto l'anno 385
E l'ore alfin sorgiunte, il forte Ificle
Liberň l'indovin che tutti a luiGli oracoli chiarě. Cosě del sommo
Re dell'Olimpo s'adempěa 'l consiglio.
? 298 Ed ecco Leda a Těndaro consorte, 390
Cui duo figli magnanimi produsse:
Cŕstore di cavalli domatore,
E 'l pro' di cesti vibrator Polluce.
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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