Tutta del mio redir lascio la cura."
? 333 L'udîr tutti in silenzio; e per l'oscura 435
Sala sentėano in cor nova dolcezza.
Ma la Regina dalle nivee braccia,
O Feacesi - a dir togliea -, qual pārviAlla statura, agli alti suoi sembianti,
Alle sagge parole il pellegrino? 440
Ospite č mio; pur ciascheduno or deeRendergli onor; perō non vi affrettate
D'accomiatar chi a fiere strette č posto,
Né vogliate di doni čssergli scarsi,
Perō che molte possedete in casa, 445
La mercé degli Dči, larghe dovizie."
? 342 Ed il saggio Echeneo, d'etā pių anticaDegli altri tutti: "Certo, amici - esclama -,
Né lo scopo fallė, né avviso aperse,
Che dal costume nostro si diparta 450
L'assennata Regina; alla sua voceObbedėscasi, pur d'Alcėnoo stesso
Aspetterem l'esempio ed il comando."
? 347 Ed il Re: "Certo la costei parolaSi adempirā, finché vivendo io regni 455
Sui Feacesi naviganti. Or egli,
Benché bramoso del ritorno, indugiFin l'indimani; in questo mezzo, tutti
Adunerō i presenti: il partir suoCura č di tutti, ma di me primiero, 460
Cui regger questo popolo si spetta."
? 354 E l'Itacense accorto: "Alcėnoo, illustreTra queste genti, se restar qui intero
Un anno m'imporreste e in questo mezzoScorta m'apparecchiaste e doni eletti, 465
Ciō stesso io pur vorrō, ché al natėo locoQuanto pių tornerō con le man piene,
Tanto vie pių d'onor degno e di affettoMi terranno color che tra le mura
D'Ėtaca mia vedrānnomi reverso." 470
? 362 Rispose il Re: "Veggčndoti non entra,
Nobile Ulisse, in noi sospetto alcuno,
Che un fallace impostor tu sėe, quai molti
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Regina Feacesi Echeneo Regina Alcėnoo Feacesi Itacense Rispose Ulisse
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