Orsi, fieri cinghiali e lion truci,
Guerre, battaglie e morti sanguinose. 795
L'artefice che diede opra a cotestoMiracolo dell'arte, altro siměle
Porre ad effetto non potrŕ giammai.
Guatommi Črcole, intento ed angosciato,
Riconóbbemi tosto e sě mi disse: 800
? 617 "Nobile di Laerte inclita prole,
Sagace Ulisse, ahi! misero! te ancoraPreme fato crudel, qual io 'l sostenni
Sotto i raggi del Sol. Figlio di Giove,
Infinite pativa aspre fatiche; 805
A mortal che di me valea men tanto,
Forza mi fu obbedir: costui m'ingiunseDar mano a imprese oltre ogni creder forti.
Qua un tempo anco a rapir speděami 'l caneTrifauce; ché avvisň, non io di questo 810
Correr potessi rischio altro piů grave.
Pur il mostro afferrato, a viva forzaDagl'inferi il rapěa: guida a' miei passi
Fęrsi Mercurio e l'occhiglauca Diva."
? 627 Detto, nella magione atra di Pluto 815
Črcole scese ed io restai lě fermo,
Non uscito di speme, che alcun prodeDelle trascorse etŕ vi sorvenisse.
Que' duo primieri eroi forse avrei scortoChe bramai tanto, stirpe gloriosa 820
Degli Immortali: Tesčo e Piritňo;
Ma pria di offrirsi a me, mi si stipâroPopoli d'ombre innumeri d'intorno
Con grida immense; sůbita mi scossePaura, non dall'Orco m'inviasse 825
Il mostro fier della Gorgňnea testaLa severa Prosčrpina. Ad un tratto
Corsi alla nave ed a' compagni indissiSalirla e sciôr le funi. Incontinente
Imbarcati, si assisero sui banchi. 830
Giŕ del fiume Ocčan le rapide ondeAttraversava il pin, da remi prima,
Poscia dalla seconda aura sospinto.
LIBRO DUODECIMO
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Laerte Ulisse Sol Giove Mercurio Diva Pluto Immortali Tesčo Piritňo Orco Gorgňnea Prosčrpina Ocčan
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