Le Sirene, Scilla, Cariddi. I Buoi del Sole
POICHÉ lasciò del gran fiume Oceàno
La nave il corso, rivolò pel vastoMar all'isola Eèa, là 've gli alberghi
Dell'Aurora, e le danze e gli orti sonoDel Sol. Colà nell'arenosa piaggia 5
Traemmo il legno e qua e là corcati,
Aspettavamo il sorgere dell'alba.
µ 8 Ma quando apparve in Ciel rosea l'Aurora,
Parte de' miei spedìa di Circe ai tetti,
A riportar d'Elpènore la spoglia. 10
Ratto abbattemmo gli alberi che intorno,
Ove più sorge, incoronâr la rivaE mesti e lagrimosi il seppellimmo.
Come la salma e l'armi ebbe il foco arse,
Posta la tomba e sopra èrtovi un cippo, 15
Largo piantammo su la tomba un remo.
µ 16 Compiuto il rito, non ignara Circe
Del redir nostro dall'Inferne case,
Adorna e bella, subito se n' venne,
Seguita dalle Ninfe apportatrici 20
Di pan, di dapi 'n copia e di vermiglioGeneroso licor. Stava nel mezzo
L'inclita tra le Dive e sì dicea:
µ 21 "Ahi! Miseri, di Pluto alla magioneVivi scendeste, tal che due fiate 25
Morir vi è forza, mentre una pur solaTrapassan gli altri. Orsù, d'esca e di beva
Qua tutto 'l dì vi confortate; all'albaRinavigate, ma 'l cammin vo' prima
Mostrarvi e ciò che vi è mestier chiarirvi, 30
Acciò non mai perfidia di consiglioV'empia in terra od in mar di lutto acerbo."
µ 28 Di tal guisa la Dea ne persuase.
L'intero dì, fin che splendeva il Sole,
Dapi elette gustammo e vin soave. 35
L'immensa luce ascosa e scese l'ombre,
Corcârsi i prodi miei lungo la nave;
Ma présami la man, Circe mi trasseSolo dagli altri, ed a seder m'ingiunse,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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