Di contra mi si assise e interrogommi: 40
Di tutte cose ragguagliai la Diva
A mano a mano; ed ella mi soggiunse:
µ 37 "Tutto che mi narrasti, inclito Ulisse,
S'adempirà, ma tu 'l mio detto ascolta,
Che all'uopo il ti farà membrare un Dio. 45
Alle Sirene perverrai da prima,
Cui tutti piace affascinar gli umaniGiunti a lor presso. Qual, di senno uscito,
I concenti n'udrà, non vedrà mai,
Né la sposa né i figli a sé dinanzi 50
Accorrere e gioir del suo ritorno.
Colcate le Sirene in verde prato,
Col dolcissimo canto il molceranno;
Enorme acervo d'insepolto ossame,
Carni consunte e putrefatte pelli 55
Sorgon d'intorno a lor. Fuggi veloce,
Fuggi da quella piaggia e con mollìtaCera l'orecchio de' compagni tura,
Sì che altri non le ascolti. Ove a te piaccia,
Il potrai tu; ma all'alber della nave 60
Léghinti mani e piedi ed ivi carcoAnco n'andrai di novi lacci, ond'abbi
Queto a gioir dell'armonia del canto.
Ove tu féssi lor priego o comandoDi sciôrti, vieppiù allor tènganti avvinto. 65
µ 55 Schifata da' nocchier l'infausta riva,
Tolto m'è d'insegnarti a parte a parteQual cammin tener dèi; ma tu consiglio
Prendi dal tuo coraggio: io d'amendueParola ti terrò. Quivi eminenti 70
S'ergon due rupi a cui rugghiano i fluttiDell'azzurra Anfitrite; i Dèi beati
Erranti le nomâro. Alcun augelloTrasvolarle non sa: non le colombe
Che recano l'ambrosia a' Giove sommo, 75
Ma rapita ad ognor ne vien qualcunaDall'ardua cima della liscia pietra;
Un'altra allora ne produce il padreE di tal guisa il novero rintègra.
Qual nave ivi appressò, non ebbe scampo; 80
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Diva Ulisse Dio Sirene Sirene Schifata Anfitrite Giove
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