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      D'infiniti viventi a noi si asconde."
      µ 192 Movean sì dolci note; onde 'l cor mioD'udirle acceso, pur co' sopracigli
      Accennando, indiceva a' miei compagni 245
      Di sciogliermi, ma quei, curvi sui remi,
      Arrancavano. Sursero di bottoPerimède ed Eurìloco e di nuovi
      Lacci avvinto vie più preméanmi a gara.
      Oltrepassate le fiorenti piaggie 250
      Delle Sirene, sì che né la voceNé il lusinghevol più canto s'udìa,
      Ratto i miei fidi a sé tolser la ceraCon che l'orecchie lor fermai; dagli aspri
      Vincoli a me francarono le membra. 255
      µ 201 Come alquanto dall'Isola distammo,
      Vedea fumo e vaste onde, e un fragor altoGli orecchi m'intronava. Impauriti,
      Via dalle mani a' miei volano i remi,
      Ne rimbombano i flutti, immoto il legno 260
      Risté, ché alcuna man remo non pinse.
      Di su, di giù lo percorrea, drizzandoA ciascuno de' miei blande parole:
      µ 208 "O miei fidi compagni! A prova omai,
      Sperti siam di sventure e non è questa 265
      Che n'incalza maggior, che quando chiusiCi ritenne del cupo antro nel fondo
      La gran forza del Ciclope; pur quinciCol mio coraggio ed i consigli e 'l senno
      Vi trassi, e vi fia un dì dolce il ricordo. 270
      Orsù, fermi sui banchi, alla mia voceTutti obbedite. Voi le rapid'onde
      Percotete co' remi e forse Giove
      Nel fier periglio n'aprirà lo scampo.
      A te, nocchier, impongo (e nella mente 275
      Tu che reggi 'l timon, riposto il tieni):
      Fuori da questo fumo e da quest'ondaIl naviglio dirigi e l'occhio affisa
      A l'altra rupe; se al tuo guardo sfugge,
      Trarrà la nave ne' suoi gorghi, e tutti 280
      Precìpiti cadremo nell'abisso.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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