Impetuosi, con la schiena in arcoSquarciavan le spumanti onde co' remi;
Alto, soave e simile alla morte 100
Scese all'eroe sulle palpèbre il sonno.
La nave si spicc̣, come nel circoQuattro maschi destrier slànciansi a un tempo
Dal flagello percossi e la test'alta,
Percorrono lo spazio in un momento; 105
Via la poppa del par vola, cui dietroDell'agitato mar vaste ed oscure
Correan l'onde mugghiando. Il pin fugǵaRatto e securo pe' cerulei campi,
Che non l'avrebbe lo sparvier raggiunto, 110
Degli augei velocissimo; in tal guisaSlanciàtasi, fendea del mar le spume
La nave che un eroe portava in grembo,
Par nel consiglio ai Numi, e che già molteDoglie pat́ nell'alma: or de' guerrieri 115
Affrontando gli assalti, or trascorrendoI flutti orrendi; allor cheto e' dorḿa,
Posto tutto in obbĺo cị che sofferse.
? 93 Quando comparve il fulgidissim'astro,
Ad annunziar dell'alba il roseo lume, 120
Approḍ ai liti d'̀taca la nave.
? 96 Qui del veglio marin Forco si schiudeUn porto, che due rupi ardue e scoscese,
Dall'un canto e dall'altro in mar protende;
Schermo al gran fiotto che da' rauchi vènti 125
Viene al di fuor del pelago sospinto,
Tal che le navi che son dentro accolte,
D'ogni vincolo sciolte, immote stanno.
L'alta cima del porto s'incoronaDa un verde ulivo di allungate fronde, 130
Appo cui s'apre ombroso e vago un antroAlle Nàiadi sacro. Anfore ed urne
Colà di vivo sasso, in che 'l tesoroDelle pecchie biondeggia. Ivi di marmo
Lunghi telai, u' manti porporini, 135
Mirabili a veder, tesson le Ninfe.
Ĺ con perenne mormoŕo discorrono
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Numi Forco Nàiadi Ninfe
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