Alla terra natìa giugnesse illeso."
? 139 "Oh! possente Nettun, che di' tu mai?
- L'adunator de' nembi gli rispose -. 180
Non Te gli Dèi tengon a vil, ché impresaMalagevole fôra ad un sì antico
E poderoso Iddio recar oltraggio.
Ma dove un qualche mortal violentoDisdegnasse onorarti, in Te sta sempre 185
Trarne vendetta: adempiere puoi dunqueTutto che brami e l'animo ti spira."
? 146 "Tosto porrò ad effetto il voler mio,
Come il consigli, o Re delle tempeste;
Che assai ti tengo in pregio e assai mi guardo 190
Dal tuo corruccio. Io dunque de' Feaci
L'inclita nave che al natìo paeseTrasportava già Ulisse e ch'or dà volta,
Struggerò nel mar alto e sì fia toltaDi ricondurre gli ospiti l'usanza 195
A quella gente. Ascondere vo' inoltreLa lor città dietro un eccelso monte."
? 153 E 'l Sir de' nembi: "Èccoti ciò che 'l meglio,
Fratel, mi sembra: quando tutti accorsiDalla città verranno i Feacesi 200
Veder la nave che a gran corso riede,
Ned assai distarà, conversa in sasso,
Oggetto di stupor per Te diventi,
Tal che d'un monte la città si copra."
? 159 Come udito ebbe ciò, volò in Ischerìa, 205
Soggiorno de' Feaci, Enosigèo.
Quivi fermossi ed ecco impetuosaFender l'onde la nave ed accostarsi.
Accorso il Nume, trasmutolla in sasso,
L'abbarbicò giù nel profondo in terra 210
D'un sol tocco di palma, e via disparve.
? 165 A tal vista, con rapide paroleI Feacesi, naviganti illustri,
Favellavan tra loro ed al vicinoVòlto ciascuno: "Ohimè! chi la veloce 215
Nave inceppò nel mar, che rientrataEra già in porto e che apparìa già tutta?
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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