Queste parole di dolor proferse:
? 200 "Ahi! lasso! fra qual gente, in qual contradaGiunto infine son io? Cruda, selvaggia 260
E del giusto nemica, o tal che stendeSoccorrevole destra a' pellegrini
E con pia mente i Sempiterni adora!
Dove degg'io ripor tanta dovizia?
Dove io medesmo andrò? Deh! perché mai 265
Non è rimasta lì presso i Feaci?
A che non giunsi appo altro Re possenteChe me giovando di benigno ospizio,
Mi rimandasse alla mia patria? Or ecco,
Né questi doni asconder so, né preda 270
Vo' che d'altri qui restino. Non fûro,
Non fûr, o sommi Dèi, saggi né giustiDi Scherìa i duci e condottier che in questa
Estrania piaggia spìnsermi. Per certo,
Me ricondurre in Ìtaca felice 275
Promisero ed or qui m'abbandonâro.
Deh! l'Olìmpio punìscali, l'Olìmpio
De' supplici custode, che gli umaniTutti contempla ed il nocente opprime!
Orsù, vo' annoverar queste dovizie, 280
Accertar vo', se nel capace legnoN'asportâr parte i rèmigi fuggendo."
? 217 Detto, contava i tripodi superbiE l'urne e l'oro e' ben tessuti manti
E nulla gli fallì; pur la natìa 285
Terra bagna di lagrime e si vòltolaDel risonante mar lungo la piaggia,
Di querimonie empièndola e di lai.
Ed ecco presso farglisi Minerva,
Le forme assunte d'un caprar gentile, 290
Tanto che appar figlio di Re; leggiadraVeste d'intorno agli omeri l'avvolge
A doppio giro, sotto i molli piediAvea calzari e nella destra un dardo.
Veggèndolo esultò, mòssegli incontro 295
Ulisse e gli drizzò queste parole:
? 228 "O giovinetto che in quest'erma piaggiaMi ti affacci primiero, io ti saluto;
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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