Pasce tutti di speme e d'impromesse, 500
Manda messaggi con dolci paroleA ciascuno, ma in mente altro rivolve."
? 382 "Numi! - sclamò l'eroe - dunque, del pariChe l'Atride i' dovea nel mio palagio
Di rio fato perir, se tu, o gran Diva, 505
Chiarito a pieno non m'avessi 'l tutto.
Pòrgimi or via, consiglio, acciò ch'io traggaDa costoro vendetta. Oh! stammi accanto,
E quell'audace in cor spirto m'infondi,
Che m'accendea, quando per noi le mura 510
Splendide d'Ìlio a terra si adeguâro.
Deh! con lo stesso zelo a fianco stammi,
Glaucòpide! e terrò fronte a trecentoGuerrier con te, Dea veneranda, quando
Mi porgerai con pronto animo, aìta!" 515
? 392 "Sempre teco starò, né al guardo mioAscoso rimarrai - Palla soggiunse -,
Quando ad effetto condurrem l'impresa.
Non pochi vorator del tuo retaggioImbratteran la terra ampia, mi penso, 520
Di sangue e di cervella. Or io di formaCosì ti cangerò, che alcun mortale
Raffigurarti non potrà; cotestaMorbida pelle sull'agili membra
Arida e crespa renderò, dal capo 525
Via ti tôrrò la bionda chioma e taliCenci ti vestirò, che qual ti veggia,
Inorridisca. Gli occhi in che ora tantaMeravigliosa luce arde, fìen tutti
Scabbiosi e foschi, sì che un poverello 530
Sordido a' Proci, alla tua donna, al figlioChe qua lasciasti nell'andar, parrai.
Vanne prima ad Eumèo che t'ama tantoE che i verri ti guarda; ei del par ama
Telèmaco e la tua fida consorte. 535
Vigile 'l rinverrai sovra i tuoi branchiChe di Còrace là pascon al sasso,
Lungo la fonte d'Aretùsa; quiviDolci ghiande cibando e la bruna onda
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Atride Diva Dea Proci Eumèo Còrace Aretùsa
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