Pagina (242/437)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fiero strazio e' patìa, se non che rattoLanciàndosi, varcò l'atrio il pastore
      Ed il cuoio bovin di man gli cadde.
      Sgridando egli i mastini ed avventando 45
      Spesse di qua, di là pietre fischianti,
      Dispèrseli ed al Re vòlto, sì disse:
      ? 37 "Poco, o veglio, mancò, che in un momentoTu posto da' mastin non fossi a brani!
      E l'onta in me cadrebbe: in me cui tanti 50
      Affanni diêro e disventure i Numi.
      Dì e notte 'l signor mio nobile piangoE questi allevo pingui verri, ond'altri
      Li divori, mentr'ei dal digiun vinto,
      In remote città, di gente in gente 55
      Va ramingando, ov'ei pur viva e 'l raggioMiri del Sol. Ma tu séguimi, o veglio,
      Alla capanna mia, d'esca e di bevaSatollo a pien, mi dirai donde sei
      E gli affanni ed i guai che tollerasti." 60
      ? 48 Detto il precorse, e nell'angusto albergoL'introducea; qui di virgulti densi,
      Sopra cui stese di selvaggia capraPelle villosa, il collocò in un seggio
      Morbido e vasto. Di Laerte 'l figlio 65
      Di accoglienze gioìa sì oneste e liete:
      Ospite mio - quindi sclamò -, l'Olìmpio
      E gli altri Sempiterni adèmpian sempreQuanto a cor più ti sta, poscia che tanto
      Benignamente, tua mercé, m'accogli!" 70
      ? 55 E tu così gli rispondesti, Eumèo:
      Non lice, veglio, a me prendere a vileUn pellegrino, comecché da ria
      Sorte fosse di te più combattuto:
      Ché gli stranieri ed i mendichi tutti 75
      Vengon da Giove. Affettuosa e cara,
      Benché debil, ti fia l'offerta nostra:
      Tal de' servi è l'usanza: in tema sempreStanno, se gioventù vi signoreggi;
      Ché i Numi già contesero il ritorno 80
      A lui che mi dilesse e che mi avrebbe


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





Numi Sol Laerte Olìmpio Sempiterni Eumèo Giove Numi