? 169 Riconcentrato in sé, dentro volgeaMenelao la risposta. Ed ecco Elèna
Antivenìalo: "Udite, udite - esclama - 200
Gli oracoli che in cor spìrami un Dio,
Che adempierànsi, pàrmi. Or, come questaAquila dispiccàtasi dal monte
Ove nacque, ove i suoi parti vivranno,
L'oca nodrita nel cortil ghermìo, 205
Così molte patite aspre sventure,
Dopo che molto errò, reduce, Ulisse
Trarrà da' Proci in sua magion vendetta.
Già le soglie ne varca, agli empi tuttiEcco apparecchia già sterminio e morte." 210
? 179 "Quest'oracolo adempia il Fulminante,
Sposo di Giuno - l'Ìtaco rispose! -
T'implorerò colà come una Diva!"
Ed isferzò i corsier che ratto i campi,
Attraversata la Città, trascorrono, 215
Squassando impetuosi 'l giorno interoSul collo il giogo che tenéali avvinti.
Corcato il Sol, ombràvansi le vie,
Quando a Fere arrivâro, alla magioneDi Dìocle che Ortìloco produsse, 220
Germe del fiume Alfèo. Quivi l'interaNotte posâr tranquilli e di Diócle
Gli ospitali accettâr nobili doni.
? 189 Ma come rosea in Ciel fulse l'Aurora,
Aggiogati i corsier, montâr l'adorna 225
Biga e dell'atrio fuori e del sonantePortico, l'agitavano; sferzava
Telèmaco i destrier che agevolmenteVia pe' campi volavano. Repente
L'alta città raggiunsero di Pilo. 230
? 194 E d'Ìtaca il garzon: "Vuo' tu per fedeLegàrmiti, di far pieno il mio detto,
Pisìstrato? L'amor de' padri anticoIr ci fa d'ospital nodo superbi:
Amendue d'un'età, questo viaggio 235
Vie più de' nostri cor l' affetto accresce.
No, non m'allontanar, figlio di Giove,
Dalla nave; qui làsciami, non forse,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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