Per forza. Intanto, d'aspri lacci avvinto,
Nell'albergo di Fìlace patìaMelàmpo doglie rie per l'alma figlia 280
Di Nèleo e pel pensier folle che in menteGli suscitò l'inesorata Erinni.
Ma la Parca ei sfuggì, condusse a Pilo
Da Fìlace le vacche alto-mugghianti,
Trasse vendetta dell'indegno oltraggio 285
Di Nèleo poderoso, e del germanoAlle case menò l'inclita sposa.
Appo altre genti indi si addusse: ad Argo,
Altrice di corsier, poiché ebbe in fatoAbitar quivi e stendere lo scettro 290
Sui molti Argivi. Eletta ivi una sposa,
Vi edificò un palagio alto, e' due prodi,
Màntio e Antìfate, ingenerò. Di questiIl generoso Oiclèo nacque, e d'Oiclèo
Il servator di popoli Anfiarào, 295
Lui che Febo oltremodo e Giove sommoFêr lieto già di cure affettuose.
Pur di vecchiezza al limitar non giunse:
Sotto Tebe ei perì, pel don funestoChe la moglie accettò. Nacquer di lui 300
Anfìloco e Alcmaón. Màntio produsseClito al giorno e Polifide. L'Aurora
Per la beltà di cui Clito era adorno,
Rapillo, perché seggio abbia tra i Numi.
Febo rese l'egregio Polifide 305
Àugure insigne e tra i mortali 'l primo,
Poiché se n' corse a morte Anfiarào;
Irato al genitore, in Iperesìa
Rifuggissi Polifide e 'l futuroIvi alle genti tutte predicea. 310
? 256 All'Ìtaco garzone il costui figlio,
Nomato Teoclìmene, accostosse,
In quella che sull'agile naviglioLibando, orava; e con alate voci:
? 260 "Poiché a compier ti trovo in questo loco 315
Rito sì pio, deh! ti scongiuro, amico,
Per gli olocausti tuoi, pel Dio che implori,
Per lo tuo capo e' tuoi fidi seguaci,
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Fìlace Nèleo Erinni Parca Pilo Fìlace Nèleo Argo Argivi Antìfate Oiclèo Oiclèo Anfiarào Febo Giove Tebe Alcmaón Polifide Aurora Clito Numi Polifide Anfiarào Iperesìa Polifide Teoclìmene Dio
|