Vettovagliare piàcciavi il naviglio.
Com'ei fia carco, giùngami l'annunzio,
Ch'io meco ancora porterò quant'oroSotto alle man verrammi, altra mercede
Pel vostro uffizio rendervi m'aggrada. 560
Io rallevo al buon sire un fanciullettoAccorto e lesto, sì che fuor mi segue
Con piè veloce; io 'l condurrò alla nave;
Sommo tesor vi frutterà, ove a gentiD'altre favelle vénderlo vi piaccia." 565
? 454 Detto, fece al regal tetto ritorno.
Intero un anno ivi restâr coloro,
Trafficando; di merci il legno carcoE già presto a salpar, per un messaggio
Diêr avviso alla donna. In casa il padre 570
L'astuto si recò con un monile,
D'ambra contesto e d'òr; la madre miaTra mano con le ancelle il rivolgea;
Tutte intente il guatavano, non lievePrezzo offerendo; in questa alla Fenicia 575
Donna ammiccò il nocchier segretamente;
Fatto il segno, tornò tosto al naviglio.
Per man ella mi prese e del palagioLa soglia oltrevarcò; nell'atrio i nappi
Trovò e le mense che imbandiva il padre 580
A quelli che reggean seco la terra,
E che al concilio addùssersi con luiPer convocare il popolo; repente
Rapì tre di que' nappi e in sen gli ascose.
Io dissennato, le premea i vestigi. 585
Tramontò il Sole intanto, e tutte d'ombraSi coperser le vie; veloci al porto
Magnifico giungemmo ed alla naveFenicia. E' s'imbarcâr, con lor fendemmo
L'equoree strade. Giove un vento amico 590
N'invia; navigavam senza far sosta,
Sei dì. Ma quando di Saturno il figlioLa settim'alba rimenò, Diana
La donna saettò, che al legno in fondo,
Come trafitta folaga marina, 595
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Fenicia Sole Saturno Diana
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