Succedesser a' grado de' mortali, 175
Del padre chiederei prima il ritorno.
Dato l'annunzio, riedi e non ti cagliaVagar ne' campi od ir a lui, ma solo
Di' alla madre, ch'invii la dispensieraCelatamente e presto, al veglio, ond'Ella 180
Gli sia del mio ritorno annunziatrice."
p 154 Detto, eccitò 'l pastor che a' piè, i già toltiCalzari allaccia ed a città s'avvia.
Né mentre dalla stalla si diparte,
Sfugge allo sguardo di Minerva Eumèo: 185
La forma assunta d'avvenente e grandeNegl'industri lavor femmina instrutta,
Accostossi la Dea. Di contra apparveDell'albergo alla porta ov'era Ulisse.
Né la vide il garzon, ché non a tutti 190
Son gli Eterni visibili. La videUlisse ed i mastin che non latrâro,
Ma con blando gannir corser tremantiAd appiattarsi della stalla in fondo.
Co' sopracigli Ella accennò; s'avvide 195
L'Eroe; già lungi dall'ostel, vèr l'altoMuro processe del cortile e innanzi
A Minerva risté, che sì gli disse:
p 167 "Amor di Giove, accorto Ulisse, or parlaAl figliuol tuo, nulla tenergli ascoso. 200
Macchinata per voi la morte a' Proci,
Ite all'alta città, con voi tra pocoSarò, ché di pugnar m'arde la brama."
p 172 Detto, il toccò dell'aurea verga: a un trattoDi tunica e di bel nitido manto 205
Il petto gli vestì, ringiovenillo,
Il ringrandì, gli rimbrunì 'l sembiante,
Ferme le guance stésersi e di negriPeli gli si ombreggiò d'intorno 'l mento.
Ciò fatto, sparve; rientrò l'eroe. 210
Attonito il garzon rivolse gli occhiAd altra parte, paventando un Dio,
Ed: "Ospite - sclamò -, quanto mutato
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Minerva Eumèo Dea Ulisse Eterni Eroe Minerva Giove Ulisse Proci Dio
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