Or se' da quel di prima! Ecco altri panniVesti ed altra mi appar la tua persona: 215
Certo se' un Nume abitator del Cielo.
Propizio e pio, deh! mi ti mostra; grateCadrànti per mia man vittime e doni
Effigiati in or. Deh! ne risparmia!"
p 186 "Non son, non son io già - ripigliò Ulisse - 220
Un immortal; perché m'agguagli ai Numi?
Il tuo padre son io, per cui sospiri,
Per cui gran mali tollerando, l'onteDe' violenti sopportar t'è forza."
p 190 Detto, al sen lo si strinse e 'l baciò; a terra 225
Giù dalle guance gli discorse il piantoChe in suo fermo voler, sin qui represse.
Ma Telèmaco (ancor non persuaso,
Che il caro genitor gli stesse innanzi).
p 194 "No - replicava -, no, tu non se' Ulisse, 230
Non se' tu 'l padre mio; m'inganna un Nume,
Acciò i sospiri créscanmi ed il pianto.
Mortal non ha, che da se stesso vagliaProdigi tali oprar, salvo se un Nume
Sorgiunga, e vecchio o giovine 'l trasformi. 235
Rotto dagli anni, in vili cenci avvoltoEri pur dianzi, ed or somigli ai Numi."
p 201 E 'l saggio eroe: "Telèmaco, non lice,
Stàndoti qui d'appresso il caro padre,
Attonito mostrarti e stupefatto. 240
Qui un altro Ulisse, no, non verrà mai:
Ben io son desso, che già molti affanniSostenni ed errai tanto, e che or riveggio
Dopo vent'anni la natal mia terra.
Opra è cotesta della predatrice 245
Minerva che a suo grado (e può ella tutto)
Trasmutarmi si piacque, or qual tapino,
Or qual garzon di ricche vesti adorno.
Ch'è leve ai Numi abitator d'Olimpo
Alzare un uom di gloria in sulle cime, 250
O ruinarlo di miseria al fondo.
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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