Conforterammi. Ho tristi panni e temoNon mi sia 'l gelo mattutin funesto, 30
Ché distar odo la città d'assai."
? 26 Disse; veloce uscì fuor della stallaTelèmaco, ed il fato ultimo a' Proci
Gìa nella mente seminando. GiuntoAppo la reggia, s'arrestò, ad un'alta 35
Colonna appoggiò l'asta e oltrevarcatoDi marmo il limitar, nell'aula entrava.
? 31 La nutrice Euriclea, che i seggi adorniDi velli ricoprìa, primiera il vide.
Piangendo accorse a lui diritto; l'altre 40
Del Re fantesche tutte circuîrlo,
Già l'abbracciano a gara e chi sul capo,
Chi baci sopra gli omeri gli imprime.
? 36 Dalle stanze superne indi sorvenne,
A Diana ed alla bionda Citerèa 45
Penèlope sembiante; al figlio amatoGettò le braccia lagrimando intorno,
Baciògli 'l capo e' begli occhi lucentiE gemendo movea preste parole:
? 41 "Venisti, o luce desiata e dolce, 50
Telèmaco! Non più di rivedertiSperai dal dì che navigasti a Pilo,
Celatamente e contro il desir mio,
Del caro genitor dietro alla fama.
Deh! tu mi narra omai ciò che vedesti." 55
? 45 "Non provocarmi al pianto, o Madre mia,
- Il garzon saggio rispondea - né troppoM'agita il cor nel petto, or che da morte
Dispietata campai; ma preso un bagno,
Cingi nitide vesti e con le ancelle, 60
Salita ad alto, di ferir promettiEcatombe solenni a' numi tutti,
Se Giove a' falli la vendetta adegua.
Alla piazza or me n' vo per chiamar iviL'ospite che da Pilo mi seguìo. 65
Io lo spediva co' miei prodi innanzi,
Dando carco a Pirèo, che in sua magioneIl conducesse e in lieta guisa accolto,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Disse Proci Euriclea Diana Citerèa Pilo Madre Giove Pilo Pirèo
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