Questo soggiungo e fia: se da costuiTu se' abbattuto ed ei prevaglia, tosto
Ti butto sur un legno e là ti mando,
Nel continente, al fier principe Echèto, 105
Sterminio di tutte umane genti:
Con dispietato acciar nari ed orecchiTi mozzerà, t'evirerà e l'evulse
Crude tue membra darà pasto ai cani."
s 88 Iro vie più tremò. Tratto nel mezzo, 110
Un contro l'altro alzâr le braccia. StavaDubitante l'eroe se tal percossa
Gli vibrerà ch'ei caggia a terra e spiri,
O 'l fieda di legger colpo e lo stenda.
L'ira temprar fermò, sì ch'ei rimanga 115
Vie più ascoso agli Achivi. Iro percosseNel destro omero Ulisse e questi un colpo
Nel collo gli avventò, sotto l'orecchia,
Che dirùppegli l'ossa. Il negro sangueFuor della bocca a gurgiti gli scorse, 120
Cascò mugghiando nella polve, i dentiRotti giù gli si sparsero, e lo spazzo
Forte co' piè springava. A quella vistaI Proci tutti con le alzate palme,
Morìeno delle risa. Il vincitore 125
Ghermìtolo d'un piè, per l'atrio fuore,
Sino al cortile e presso all'alte porteLo strascinò. Poscia addossollo al muro,
Ed un bastone in man póstogli, disse:
s 105 "Siedi qui a discacciar mastini e ciacchi; 130
Né codardo qual sei, desìo ti punga,
Re degli ospiti farti e de' mendichi,
Acciò mal non t'incolga altro più grave."
s 108 Detto, il turpe gittò sovra le spalleRattoppato suo zaino, ad un'attorta 135
Striscia di cuoio appeso. Indi alla sogliaTornato, risedette. I Proci intanto,
Dolce ridendo rientrâr nell'aulaE l'eroe festeggiâr con questi accenti:
s 112 "Tutto che brami ed al tuo cor fia gioia, 140
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Echèto Iro Achivi Ulisse Proci Proci
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