Dell'impresa commetti a' Sempiterni."
t 503 Nuova acqua a riportar, sparsa la prima,
Fuor la nutrice uscì. Lavato ed unto 645
Ch'ebbe d'essenze il Re, questi raccostaIl seggio al foco a si scaldar le membra,
E co' cenci la margine ricopre.
t 508 Ripreso il ragionar dalla prudenteIcàride, soggiunse: "Ospite, bramo 650
Ancor per poco interrogarti io stessa.
Ecco, s'appressa del riposo il tempo:
L'ora in che ognun, benché dolente, è presoDal dolce sonno. Me pertanto opprime
D'affanno immenso un Dio; sin che 'l dì splende, 655
Trista e gemente, sopra i lavor mieiE delle fanti vigilar m'aggrada;
Scesa la notte che i mortali assonna,
Corcata, piango; ché da mille acuteCure qui dentro 'l cor fieder mi sento. 660
E come la fiorente Filomena,
Di Pàndaro figliuola, al sorger novoDella bella stagion, dolce cantando,
Delle frondi più dense all'ombra siede,
Quivi iterando va mesti concenti 665
Che all'aura spande, Iti piangendo, il caroFiglio che a Zèto re partorì un tempo,
Iti che per error col ferro uccise;
Non altrimenti a me, fra due contrariSensi, di qua, di là s'agita il core: 670
O restar appo 'l figlio ed il retaggioSerbargli intatto, e con le mie sostanze,
Le serve e questo vasto alto palagio,
Rispettando ad un tempo e la mia famaE 'l coniugal mio talamo; o 'l più illustre 675
Degli Argivi seguir, che di gran doniDi nozze onusta, a' suoi tetti m'adduca.
Sino a che 'l figlio era fanciullo e soro,
Non consentìa, ch'altri io impalmando, questaMagion abbandonassi; or ch'egli crebbe, 680
Or che l'età di pubertade attinse,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Sempiterni Ripreso Dio Filomena Pàndaro Iti Zèto Argivi
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