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      Certo a qualche mortal mostri un portento.
      Deh! 'l vóto che ti porge un'infelice,
      Benigno adempi: assistano quest'oggiPer questa estrema unica volta i Proci,
      Nel palagio d'Ulisse, al desiato 155
      Convito; essi che a me, col dolorosoAffaticare sciolser le ginocchia,
      Acciò la bianca polve a loro appresti;
      Deh! prendan questo dì l'ultimo pasto!"
      ? 120 Esultò del presagio il divo Ulisse 160
      E del tuon dell'Olìmpio; ché s'affidaTrar da nocenti alfin giusta vendetta.
      ? 122 Da tutte parti del palagio intantoAccorser l'altre ancelle e viva fiamma
      Ne' focolari accesero. Sembiante 165
      Ad un bel Dio, Telèmaco di lettoSurse, de' panni rivestissi, 'l brando
      Sospese ad armacollo e sotto i piediNitidi si legò vaghi calzari
      E strinse valid'asta, alla cui punta 170
      Rame acuto splendeva. In sulla sogliaRisté, ché in Euriclea tosto s'avvenne:
      ? 129 "Cara nutrice - disse -, onor facestiAll'ospite di letto e di vivande?
      Od a gran torto trascurato ei giacque? 175
      Benché saggia, è pur tal la madre miaInavvertita; uom men che degno accoglie
      E 'l valente accomiata inonorato."
      ? 134 "Perché, figlio, accagioni una innocente?
      - Rispósegli Euriclea -. Fervido Bacco, 180
      L'ospite assiso, a suo talento bebbe;
      Ma d'esca non aver uopo, risposeAlla regina che gli féa dimando.
      Com'ei 'l riposo rimembrava e 'l sonno,
      Ella ordinò, che gli sia posto un letto; 185
      Ma quei, misero tanto e sconsolato,
      Letto e tappeti rifiutò, corcosseNell'atrio, su d'un cuoio aspro di tauro,
      E su velli d'agnelle; incontinenteNoi di morbida cóltrice 'l coprimmo.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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