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? 144 Tacque; con l'asta in man s'allontanavaDalla reggia Telèmaco, due veltri
Dal piè veloce gli pestavan l'orma.
Mentr'ei movea de' coturnati Achivi
Verso 'l foro, la figlia veneranda 195
D'Opi di Pisenòr: "Su, su - ingiungevaAlle fantesche -, parte la magione
Spazzate ed innaffiate, e' seggi adorniCoprite di tappeti porporini;
Parte astergete con forate spugne 200
Tutte le mense, ripulite l'urneE le ritonde effigiate coppe,
Ite ad attinger voi l'acqua dal fonteE qui tosto recàtela. Gran pezza
A comparir non tarderanno i Proci; 205
Tutti verranno allo spuntar dell'alba,
Questo dì a celebrar sacro a noi tutti."
? 157 Detto, obbedîr. Vénti n'andâro al cupoFonte; dar opra s'affrettaron le altre
Entro il palagio a' consueti uffici. 210
Vennero i servi degli Achivi e destriSpezzâr di molta selva; ritornâro
Dalla fonte le ancelle; Eumèo sorvenneE tre ciacchi adducea, fior dell'armento,
Che pasturar lasciò ne' bei cortili. 215
Poi con mite parlar vòlto ad Ulisse:
? 166 "Stranier, t'hanno gli Achei qualche riguardo,
O ti prendono a vil siccome prima?"
? 168 Rispose il Re: "Piaccia agli Eterni, Eumèo,
Gli oltraggi vendicar, di che i superbi 220
Oppresso m'hanno nell'altrui magioneSenz'ombra di ritegno e di pudore!"
? 172 Questi i colloqui lor, quando Melànzio
Giunse e del gregge le più belle capre,
Cena de' Proci, conducea; seguito 225
Da due pastori. Sotto 'l risonantePortico le legâr; con nuove ei poscia
Rampogne ad assaltar fécesi Ulisse:
? 178 "Qui torni ancora ad infestare i duciMendicando, o stranier?
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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