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      A perdita sì ria ristauro alcuno. 270
      Nell'età mia più verde e' mi preposeDelle sue torme di giuvenche a guardia,
      Pascenti là ne' Cefalleni campi.
      Or divennero innumeri, né ad altriCrebbe l'armento sì, dall'ampie fronti. 275
      Pur a condurlo qui, forza mi fannoStranieri e lo divorano; già 'l figlio
      Nella propria magion tengono a vile,
      Né temono l'ultrice ira de' Numi;
      Tutti gran tempo agognano partirsi 280
      Dell'assente mio Sir l'alte dovizie.
      Pur, da pensier contrari è combattutoL'animo mio: per certo assai mal fôra
      Ir (vivo 'l figlio) con gli armenti ad una,
      Presso ad estranie genti; ma più duro 285
      Èmmi qui star aspri patendo oltraggi,
      Dell'altrui torme a guardia. RifuggitoDa gran tempo sarei presso alcun altro
      Magnanimo signor, ché più soffrireSì fieri eccessi, ella è impossibil cosa. 290
      Ma quel misero aspetto! Oh! ch'ei ritorniNel suo palagio e qui travolga in fuga,
      Qui meni strage dell'iniqua schiera!"
      ? 226 Rispose il Re: "Pastor, poiché non sembriNed ignavo né stolto, anzi io medesmo 295
      Ricco di senno il tuo pensier discerno,
      Òdimi, ed io con grande sacramentoIl mio detto avvaloro: il Fulminante,
      Primo de' Numi in testimonio chiamo,
      E questa ospital mensa, e 'l focolare 300
      Del figlio di Laerte a cui me n' venni,
      Che sendo ancor qui tu, redirà Ulisse.
      E tu con gli occhi tuoi propri, se 'l vuoi,
      De' Proci usurpator vedrai lo scempio."
      ? 235 Replicava 'l pastor: "Giove t'adempia, 305
      Ospite, 'l detto! Qual è il mio coraggio,
      Quanto 'l vigor del braccio mio, vedresti."
      ? 238 Del pari a tutti i Sempiterni orava


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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