Il soave licor, come a chi 'l prendeAvido ed il tracanna a dismisura.
Nocque 'l vino del pari a Eurizióne,
Centauro di gran nome, allor ch'ei venne 365
Tra i Làpiti all'ostel di Piritòo;
Ebro e furente quivi i più nefandiDelitti commettea. Vinti gli eroi
D'aspro dolor, gli si avventâro addosso,
Fuor delle logge strascinârlo e nari 370
Mozzârgli col crudel ferro ed orecchie,
Tal che 'l centauro, mal del corpo interoE della mente peggio, allontanosse
Sotto 'l fier pondo della sua sventura.
Ecco donde la guerra origin ebbe 375
Tra Làpiti e Centauri; Eurizióne
Scontò per primo il fio della sua ebbrezza.
Del par, gravi infortuni or io t'annunzio,
Stranier, se tenti di curvar quest'arco.
Né ti pensar che alcuno a propugnarti 380
Tra 'l popol, surga; ratto in su d'un legnoAl rege Ècheto, de' mortai flagello,
Manderémti; né lì troverai scampo.
Perciò t'acqueta, e del bicchier ti caglia,
Né far mai più co' giovani contrasto." 385
f 311 Ma l'accorta regina: "Antìnoo - disse -,
No, l'oltraggiar non è bello, né giustoDi Telèmaco gli ospiti, qualora
Alcun ne venga in questa reggia accolto.
Pensi tu, che se l'ospite, riposta 390
Tutta fidanza sul vigor del braccio,
Giunga il grande a curvare arco d'Ulisse,
A' suoi tetti m'adduca e mi disposi?
Ned ei medesmo osa sperarlo! or dunqueNiun di voi che qui sta seduto a desco, 395
Tùrbisi: fôra ciò men che decente."
f 320 E l'Eupìtide: "Icàride divina,
Certo non crediam noi ch'egli t'impalmi:
Ciò fôra indegno; ma temiam lo schernoSì degli Achei che delle Achee: non forse 400
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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