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      Chiudeva gli altri il concavo turcasso,
      Che di corto assaggiar dovean gli Argivi.
      Posto in cocca il quadrel, tirò a sé il nervo,
      Sul ginocchio piantatosi, dall'arcoLanciò la ferrea punta che diritto 525
      Tutte passò le perforate scuri,
      E veloce trascorse oltre l'aringo.
      f 424 In questa il Re: "Telèmaco, m'è avviso,
      Che l'ospite seduto in tua magioneNon t'è di scorno: né fallito ho 'l tiro, 530
      Né durai gran fatica a tender l'arco;
      Integro è 'l vigor mio; né certo a vileI Proci oltraggiator più mi terranno.
      Or tempo è già, che della sera il descoS'appresti lor, finché riluce il giorno, 535
      Indi, piover nel cor novo dilettoSentiranno dal canto e dalla lira,
      Di che ornati s'allegrano i conviti."
      Detto, accennò co' sopracigli; cinseTelèmaco la spada, impugnò l'asta 540
      E tutto chiuso nelle splendid'arme,
      Piantossi accanto del paterno seggio.
     
     
     
     
     
     
      LIBRO XXII
     
     
     
      Strage de' Proci
     
     
     
      SPOGLIO de' cenci, sulla vasta sogliaSlanciàtosi l'eroe, tra mani l'arco
      Teneva e la faretra. I ratti straliOnd'era pregna, ivi davante a' piedi
      Versò ed a' Proci disse: "Ecco esta "prova 5
      Difficile" è compiuta; or un bersaglioChe di destra mortal non sentì 'l colpo,
      Tôrrò di mira, ed il côrrò, se fiaChe sì gran vanto mi conceda Apollo."
      ? 8 Detto ch'ebbe l'eroe, vibrò un amaro 10
      Quadrello in Antìnoo, che un'aurea e bellaCoppa a due orecchie sollevar dovea;
      Con amendue le man già l'appressavaPer bere il brun Lièo, né gli agitava
      Pensier di morte l'animo: chi mai 15
      Pensato avrìa, che in mezzo a larga schieraDi convitati, un sol, benché gagliardo,


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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