Disperate, invilisci e tener fronteA' rei persecutor della tua donna 295
Non osi tu? Su via, fa' cor, qui vieni,
Amico, e stammi al fianco e vedrai comeNel mezzo a questa turba di furenti
Nemici nostri, il ben che da te s'ebbe,
L'Alcìmide tuo, Mèntore, rimerti. " 300
? 236 Disse; ned arrestò della Vittoria
L'incerto vol; ché far esperimentoDella forza pria volle e dell'ardire:
Così del genitor, come del figlio.
Ratto quindi lanciàtasi la Diva 305
Vèr la splendida volta, sopra un altoTrave, in forma di rondine posava.
? 241 Concitavano intanto i Proci all'armiAgelào Damastòride, Eurinòmo,
Demoptòlemo, Anfimedón, Pisandro 310
Polittòride e Pòlibo animoso:
Tutti de' prodi 'l fior, tra gli spirantiLe vitali aure, e che a schermir la vita
Pugnavan; l'arco e le frequenti frecceTutti gli altri avean già trafitti e stesi. 315
? 248 Gridò a tutti Agelào: "Già già le fiereMani, o compagni, queterà costui,
Ché diè le reni Mèntore, poiché ebbeQue' suoi vanti orgogliosi all'aura sparsi;
I quattro che occupâr le porte i primi 320
Tosto recederan. Perciò non tuttiLanciate i lunghi giavellotti a un tempo:
Su via, sei soli volino, e l'Olìmpio
Ne dia la gloria di colpire Ulisse!
Non ci caglia d'altrui, s'egli fia steso." 325
? 255 Bramosi, tutti l'aste fulminâro,
Come fu imposto; ma d'ognuno il tiroIr fe' a vòto Minerva. Un l'ardua volta
Percosse dell'ostel, l'altro la porta,
La pesante di rame asta del terzo 330
Dal muro rimbalzò. Scansati i colpi,
Amici! - gridò 'l Re - là nella turbaDe' Proci a saettar v'esorto anch'io,
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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