Molti e possenti, tràssermi per forza."
? 354 Telèmaco l'udì; subito al padre, 455
Non discosto d'assai: "Ferma - gridava -,
Deh! non uccider, no, quest'innocente;
Anco Medónte conserviam, che sempreIn cura m'ebbe dall'età mia prima;
Filèzio forse uccìselo, od Eumèo, 460
O tu stesso, s'ei qui t'occorse, quandoCome turbine, o padre, impeto fésti."
? 361 L'udì 'l saggio Medónte: impaurito,
Sotto un trono giacea, nel cuoio avvoltoDi bue di fresco ucciso, onde la Parca 465
Tenebrosa schivar. Da sotto 'l seggioRatto s'alzò, gittò la pelle e strette
Del garzon le ginocchia, il supplicava:
? 367 "Èccomi qua, sospendi i colpi, o caro,
E parla al genitor, che non mi fieda, 470
Or ch'egli infuria contra i Proci: Ahi folli!
Che le dovizie sue qui divorâro,
Ned a renderti onor si volser mai."
? 372 Sorridendo l'eroe: "Fa' cor - soggiunse -,
Telèmaco t'è schermo ed ei ti serva, 475
Acciò 'l senta nell'animo ed il narri,
Quanto all'iniquo oprar virtù prevaglia.
Or tu e 'l gran vate del palagio usciti,
Fuor dalla strage, nel cortil sedete,
Finch'io qui compia ciò ch'a far m'avanza." 480
? 378 Usciti, appo l'altar di Giove assisi,
Attoniti qua e là volgean lo sguardoSul vasto campo di sì fiera strage.
? 381 Tutti i recessi del palagio intantoCol guardo Ulisse percorrea, non forse 485
Vivo, de' Proci alcun sottratto s'abbia.
Ma nel sangue li vide e nella polveTutti distesi. Come in curvo lido
Tiran su i pescator dal mar ondoso,
Con vasta rete a molte maglie i pesci; 490
Tutti anelano, sparsi in sull'arena,
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Telèmaco Medónte Eumèo Medónte Parca Proci Ahi Sorridendo Usciti Giove Ulisse Proci
|