- Rispósegli Euriclea -. Già già m'è tardo 610
Un manto ed una tunica recarti,
Acciò più non ti mostri in tua magioneI lati omeri avvolto in questi cenci;
Ché fôra indegno". "A me qui apporta in primaLo zolfo e 'l fuoco", replicò l'eroe. 615
? 492 Né tardò ad obbidir l'affettuosaNutrice; ratto portò 'l foco e 'l zolfo.
Ulisse l'aula e l'atrio ed il palagioA pieno vaporò. Salita ad alto,
Percorrea intanto le regali stanze 620
La nutrice Euriclea, chiamando a nomeEd affrettando a comparir le ancelle;
Con faci in man discesero ed intornoSi sparsero ad Ulisse; il salutâro,
Gli si gettâro con le braccia al collo, 625
Il capo gli baciarono e le spalle,
Stringèndogli le man. Sentì l'eroeDolce un desir di pianto e di sospiri,
Ché tutte in suo pensier le riconobbe.
LIBRO XXIII
Penèlope riconosce Ulisse
NELL'ALTE stanze giubilando salseLa vecchia, ad annunziar alla regina
Che l'amato consorte era in sua reggia.
Rinvigorite le ginocchia, rattiI piè movea. Le si chinando allora 5
Sul capo, alto sonar fe' questi accenti:
? 5 "Risvégliati, mia figlia e co' propri occhiVien, vieni a rimirar ciò che pur sempre
Bramasti: Ulisse ritornò, qui, dopoAnni tanti redì. Trucidò i Proci, 10
Lutto di sua magion, di sue ricchezzeDivoratori ed al suo nato infesti."
? 10 E Penèlope: "O mia cara nutrice!
Gli Eterni t'insanîr, che a lor talentoFan del più saggio un folle, e l'insensato 15
Assennano; per certo e' ti rapîroLa mente che finor serbasti intègra.
Perché me che pur son misera tanto,
Con mendaci novelle in gioco prendi
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Euriclea Euriclea Ulisse Ulisse Ulisse Proci E Penèlope Eterni
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