? 85 Detto, scendea dall'alta stanza e in coreAgitando venìa, s'ella in disparte 100
Interrogato avrebbe il suo dilettoConsorte, o se appressandolo baciato
Gli avrìa la testa e stréttegli le mani.
Varcata ch'ebbe la marmorea soglia,
Nell'aula entrò. Si assise a lui di contra, 105
Presso all'altra parete che dal focoS'illuminava. Ed ei, gli sguardi a terra,
Sedea poggiato ad un'alta colonna,
Pur aspettando, se la donna illustreChe 'l pur vedea co' propri occhi, qualcuno 110
Motto gli fesse. Ma la stette a lungoTacita, oppressa di stupore: in vólto
Ora lo affisa e ravvisarlo estima,
Or, avvolto in que' cenci, il disconosce.
? 96 Telèmaco proruppe: "O madre mia! 115
O d'animo crudel madre infelice,
Perché dal genitor sì t'allontani?
Ed ora che ti siedi al suo cospetto,
Ché non gli parli? Ché di lui non prendiNotizia intera? No, null'altra fôra 120
Muta d'affetto, sì da restar lungiDal suo consorte che sofferti molti
Guai, le giungesse nel ventesim'annoNella terra natìa; ma tu nel petto
Vie più duro che selce il cor rinserri." 125
? 104 E quella saggia: "L'alma mia nel petto,
Figliuol mio, stupefécesi, né motto
Èmmi dato di far, né interrogarlo,
Ned affisarlo pur. Se veramenteUlisse egli è, che in sua magion ritorna, 130
Certo tra noi potrem meglio d'assaiRiconoscerci: tali hànnovi segni
Noti a noi solo, a tutti gli altri ascosi."
? 111 Sorrise Ulisse e vòlto al figlio: "Or lascia,
Telèmaco - diss'ei -, la genitrice 135
A sua posta tentarmi in queste soglie:
Ratto s'accerterà dell'esser mioPiù pienamente.
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Telèmaco Sorrise Ulisse
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